Se sei un insegnante di scuola materna e vuoi insegnare inglese ai bambini della classe oppure desideri intraprendere il mestiere di docente di inglese per i bambini dai 3 ai 5 anni, abbiamo creato un corso di formazione online che offre molti spunti pratici ed informazioni precise su
Il corso ha una durata di 20 ore, completamente online, ed il costo di 200 Euro.
Caratteristiche del nostro corso:
Insegnare inglese ai bambini: nel mondo di oggi si tratta di una professione sempre più' richiesta, perchè il mondo sta evolvendo verso una direzione di sostanziale bilinguismo. I genitori sanno che i loro figli dovranno affrontare lo studio profondo dell'inglese ed essere in grado di esprimersi in esso.
Per questo, investono in corsi di inglese precoci, scuole bilingui o addirittura monolingui inglesi. La precocità è percepita come importante: mentre fino ad alcuni anni fa, l'investimento sui corsi di inglese iniziava alle scuole secondaria o primaria, un numero senmpre maggiore di bambini vengono esposti alla L2 nei primissimi stadi del loro sviluppo.
La condicio sine qua non perché questi corsi siano utili e positivi per i bambini è che i docenti conoscano i meccanismi di acquisizione ed apprendimento linguistico, e le tappe di sviluppo (non solo linguistico) dei piccoli. Infatti, mentre gli studi e l'esperienza mostrano e dimostrano che iniziare a imparare la seconda lingua precocemente è una cosa buona ed utile, altrettanto chiaro deve essere che un insegnamento non rispettoso dello sviluppo del bambino nelle sue tappe e modalità fisiologiche è negativo e può avere effetti non voluti, che possono inficiare l'apprendimento linguistico a lungo termine e impattare sulla crescita in generale.
Le caratteristiche di un corso di inglese per bambini piccoli si possono riassumere in:
Nei corsi di inglese per bambini piccoli, l'approccio traduttivo è inutile. Alcuni pensano che sia "più' semplice" se insegniamo le parole in inglese ed in italiano, ma di fatto ciò' va a creare un diaframma tra cosa e parola. L'emersione dei significati in L1 altro che non è il "click" che avviene nella testa del piccolo quando intende che "quella parola, suono, frase" significa "quella cosa". La traduzione invece crea una equivalenza tra due parole!
Questo è molto più' astratto della combinazione tra cosa e parola, e non aiuta il bambino a fare il passaggio davvero necessario per "capire la lingua", ovvero ascoltare e intuire il discorso dell'istruttore linguistico, interpretando tutti i segnali iconici, gestuali e situazionali per fare la combinazione parola-cosa.
Capire la lingua è sviluppare tutto quel complesso di strategie necessarie per percepire e memorizzare il binomio parola-cosa (se sento "red" penso al colore rosso).
Se mettiamo in mezzo le tecniche traduttive, andremo a lavorare tra le combinazioni tra parole ("il suono RED" è uguale al suono ROSSO).
Dobbiamo pensare al cervello come una sorta di calcolatore, in grado di fare a livello inconscio molte operazioni ogni istante! Il cervello dei piccoli inoltre ha il doppio delle attività del cervello adulto, è un vero e proprio computer quantico in azione!
E' abbastanza incredibile, ma il cervello di un bimbo piccolo (sotto l'anno di età) è in grado di discriminare tutti i fonemi di tutte le lingue del mondo. Gradualmente, però, si specializza sui fonemi della lingua madre, che percepisce piu' nettamente degli altri. I fonemi della lingua non madre tendono a essere gradualmente "sentiti meno" (discriminati meno), proporzionalmente alla maggiore acuità con cui i fonemi della L1 diventano famigliari, riconosciuti e noti al piccolo.
Siamo "ascoltatori culturali", nel senso che i suoni della nostra lingua/cultura "danno forma" alla nostra percezione. Non percepiamo, crescendo, tutto ciò che si affaccia alle nostre orecchie...ma tutto ciò che è "significativo" per noi.
Il bambino deve comunicare con il caregiver, ne va della sua sopravvivenza. Il suo cervello seleziona i suoni che il caregiver produce, quelli diventano quelli importanti, su cui il cervello diventa competente: prima nella discriminazione e poi nella articolazione (pronuncia).
In questo video si spiega l'esperimento e lo studio che stanno all base di questa scientifica certezza: il linguaggio discende dall'interazione in lingua e dalla relazione con il caregiver.
Se una persona interagisce con il bambino in quella data lingua, con i modi e la consistenza necessaria, il bambino acquisisce quella lingue.
I bambini bilingui (o trilingui) hanno avuto interazioni di qualità con persone che parlavano lingue diverse. L'interazione con più caregivers che parlano ognuno la propria lingua, in età tenera e se fatto bene, determina la capacità del bambino di sentire i suoni di più lingue.
Lo studio sottolinea che i bambini non apprendevano da video o audio. L'acquisizione linguistica avveniva solo con lo scambio consistente, affettuoso e partecipato con caregivers adulti.
Per sintetizzare: la risposta alla domanda "come acquisiscono le lingue i bambini?" è la relazione con un adulto che parla in lingua, ove ci siano:
La routine è una cosa molto importante, non solo nell'insegnamento della lingua ai piccoli, ma in generale nell'educazione dei piccoli. Perchè? Perchè i piccoli non sanno orientarsi nel tempo! Prima e dopo non sono che termini astratti per loro, come astratto è il concetto di giorni, ore e minuti
Se ci pensiamo, la divisione del tempo è proprio un concetto di tipo "culturale": la nostra civiltà ha deciso di dividere il tempo in queste arbitrarie unità, ma non c'è nulla di naturale nell'identificazione di un giorno o un altro, nel dare un valore all'espressione "tra un'ora" o "tra due minuti".
Il bambino piccolo ha bisogno di riferimenti che possa gestire per capire cosa gli succederà, per questo la routine, che è la successione ordinata e prevedibile di eventi e fatti è importante a livello cognitivo ed emotivo.
In una lezione per bambini piccoli, suddividere la lezione in momenti è importanrissimo, e questi momenti devono ripetersi sempre nello stesso ordine. Questo aiuta il benessere del bambino e quindi il suo apprendimento.
Gli studi dimostrano che ciò che favorisce il benessere viene imparato facilmente quindi si può utilmente usare i momenti "routinari" (il saluto iniziale per esempio) per insegnare molto efficacemente le parole e le frasi in inglese. Correlare attività e giochi alle parole introdotte nei momenti routinari è consigliato, in questo video troverete concreti suggerimenti.
Ogni lingua ha un suo specifico ritmo ed altre caratteristiche musicali come l'altezza dei suoni, l'alternarsi delle tonalità, la melodia. Ogni particolare idioma ha le sue caratteristiche musicali e la discriminazione dei pattern ritmici è fondamentale ai fini della comprensione e della produzione corretta di parole, suoni e frasi che possano essere capite dagli altri parlanti.
Come fare ad insegnare questi elementi ai bambini piccoli?
Una delle cose che bisogna tenere a mente è che i piccoli hanno una durata di attenzione breve. E' inutile pianificare lunghe attività: semplicemente non potrebbero seguirle.
E' necessario che la lezione dei piccoli preveda tanti momenti separati, dove ogni attività ha una durata di alcuni minuti. Le attività devono essere legate logicamente e semanticamente tra di loro, e sulle stesse parole e frasi si può tornare spesso, anche dando alla lezione un andamentio circolare.
Fare tante attività, ognuna di pochi minuti, non vuole dire esporre i bambini a molto materiale...perchè sarebbe dispersivo. Il materiale deve essere limitato e ripetuto, ma la tipologia di attività, per venire incontro alla attenzione dei piccoli, deve essere diversificata.
Su una stessa unità, si possono fare vari giochi e attività:
Tutte queste attività possono ruotare attorno ad un vocabolario target di 5/10 parole. Questo darà un senso di padronanza ai bambini e contribuirà a fissare veramente i nuovi termini nella memoria.
Un bravo insegnante sa come bilanciare la "rassicurazione" (ti faccio giocare con parole e frasi che sai, questo aumenta il diverimento, il senso di padronanza e fiducia in se del bambino, ma a lungo andare può annoiare) e la sfida (metto l'asticella piuì in alto: questo non lo sai ancora fare: ti devi impegnare).
Eì necessario che l'insegnante conosca bene il bambino per prendere delle decisioni su questi punti: bisogna valutare sia le competenze del bambino, sia la sua personale tendenza a riprendersi velocemente dalle frustrazioni, provare per tentativi ed errori, accettare la sfida, essere aperto.
Quanto il bambino possa essere sfidato da una nuova abilità da imparare dipende solo da lui: non è un confronto che si possa fare con i pari, dipende dalla sua storia, personalità, dal momento di sviluppo ed emotivo in cui si trova.
L'area di sviluppo prossimale è un modo difficile per definire una cosa che tutte le mamme sanno e fanno da sempre con i loro bambini: esplorare gradualmente ed incoraggiare ad arrivare a nuove abilità e conoscenze.
Krashen , insigne teorico della glottodidattica, dice "+1": possiamo imparare una cosa in piuì per volta. Inutile mettere un bimbo davanti a salti troppo ambiziosi o a troppo materiale tutto assieme: una unità logica in piuì da acquisireè possibile ed è una sfida positiva, che innesca una buona risposta emotiva.
Troppo risulta frustrante ed alcuni bimbi, che magari reagiscono male alla frustrazione, potrebbero esserne scoraggiati.
Krashen afferma che l'acquisizione linguistica, che è il vero target dell'insegnamento della lingua, funziona molto bene usando materiali linguistici ridondanti, di un livello pari o leggermente piu' facile rispetto alle possibilità di apprendimento del discente. In questo modo le nuove conoscenze si consolidano ed il loro uso si automatizza.
Il nuovo materiale si introduce lentamente, e sempre in modo ridondante con molte attività comunicative, pratiche e ludiche.
Il gioco è il modo naturale con cui i bambini piccoli imparano, perchè per un bambino piccolo imparare vuole dire sostanzialmente "fare esperienza". Fare esperienza in modo ludico vuole dire non essere giudicati, non dovere esibire un risultato o un prodotto, perchè l'apprendimento basato sull'esperienza non è altro che un PROCESSO.
Il gioco, l'assenza di giudizio, permettono di tenere i "filtri abbassati": i bambini non si sentono osservati, giudicati o costretti, ma interagiscono naturalmente con il caregiver e tra loro, per il puro piacere di farlo: questpo è l'ambiente di apprendimento ideale.
Si può creare questo anche con attività strutturate: strutturare lo spazio, oltre che il tempo, aiuta i bambini ad orientarsi. Un buon ambiente di apprendimento è uno nel quale il bambino si sente competente, e quindi ha una strutturazione che lo metta a proprio agio, a sua misura.
Ma non è giudicante, nè eccessivamente sfidante. E' un ambiente di comunicazione proporzionato ai mezzi e agli scopi del bambino, non dell'educatore o del genitore. Questa cosa va spiegata molto bene ai genitori , che spesso vedono nel corso un'attività che deve dare buoni risultati....mentre invece la definizione migliore di un buon corso di inglese è una attività che deve dare buoni processi.
Nelle righe che seguono diamo qualche esempio di attività normalmente popolari ed utili nell'età prescolare, basate sulla teoria della TOTAL PHYSICAL RESPONSE:
Insegnare in modo multisensoriale è fondamentale perchè i bambini percepiscono la realtà in un modo globale, con l'uso di tutti i sensi ed un approccio oltremodo concreto ed integrato.
Imparare in modo multisensoriale può volere dire:
Abbassamento dei filtri affettivi
Creare lezioni multisensoriali permette di coinvolgere la creatività del gruppo classe
Idee concrete di insegnamento multisensoriale : suggerimenti da applicare alla classe di inglese
La classe multisensoriale permette di implementare lavori in coppia e piccolo gruppo, nei quali i soggetti con DSA possono trovare un diverso e più' attivo ruolo all'interno del gruppo dei pari.
Attivare il canale cinestesico, ovvero permettere di "imparare facendo" , permette di imparare meglio ai bambini che hanno delle problematiche nella processazione degli stimoli uditivi e visivi (come molti DSA).